Fa uno strano effetto ricominciare a scrivere sul blog dopo ben due mesi di latitanza.
Il motivo della mia assenza? Nulla di grave! Semplicemente non ho avuto un attimo di respiro per fermarmi a scrivere due righe e, tra l'altro, la mia macchina fotografica ha esalato l'ultimo respiro, perciò non posso mostrarvi, per il momento, le mie ultime creazioni.
Ma voglio raccontarvi (o meglio "accennare" perchè non sono tagliata per i racconti) un'esperienza forte che ho avuto la fortuna di vivere quest'estate.
Nel mese di agosto ho partecipato ad un campo-lavoro (qui il link per chi fosse interessato) a stretto contatto i migranti che nei mesi estivi si riversano nelle campagne del foggiano per la raccolta del pomodoro, l'oro rosso che vale più di ogni metallo prezioso in termini di fatica e sofferenza.
"[...] Se io fossi uno scultore e mi chiedessero una statua
di Alessandro Magno, sul piedistallo la mia firma sarebbe l'ultima.Prima ci sarebbero i nomi dei cavatori che hanno scelto, tagliato e portato giù il marmo dalla montagna. Poi i nomi dei marmisti che gli hanno dato forma, e subito dopo i nomi di quelli che hanno stagionato il lardo, di quelli che hanno raccolto le erbe aromatiche, dei panettieri e dei vendemmiatori del fresco vino di Toscana.Lettrice, lettore, quando ti troverai davanti una statua scolpita in marmo di Carrara, pensa ai cavatori e ai marmisti di Pietrasanta. Pensa a loro e saluta quel dignitoso anonimato."